domenica 3 dicembre 2023

Io sono l'IO

"Si è veduto come l'arte per superare i momenti della crisi corporea o psichica disperante, consista nel trasferire le redini di tutto all'Io superiore: servirsi della propria impotenza per evocare il principio della potenza. SI tratta di perdere il punto di vista dell'ego per il quale solo è possibile il senso della disperazione e della perdita. Affidare tutte le responsabilità all'autentico 'responsabile' e cessare di reagire, perché questo possa operare secondo il proprio potere, nuovo alla coscienza, inverso sconosciuto: volgersi al vero Soggetto dell'esperienza, per lasciare agire LUI, il solo capace di risolverla"
Massimo Scaligero, Meditazione e Miracolo


Domani compio 50 anni. E a dire la verità è come se avessi vissuto diverse vite, partendo dal basso, molto dal basso, arrampicandomi un gradino alla volta verso linee di vita sempre migliori. Partivo come molti da situazioni non proprio vantaggiose, da una famiglia con pesanti karma da processare, eppure per qualche strano caso sono sempre riuscito a cavarmela, anche quando mi sono scontrato con cose dolorose, distruttive, drammatiche e molto più grandi di me. Ora, ho cercato spesso di capire cosa fosse stato a proteggermi, salvarmi, a volte avvertirmi dei pericoli e cosa fosse quella grande mano che sembrava condurmi in un labirinto facendomi trovare ogni volta la via di uscita in modo magico. Ho spesso cercato di capire cosa fosse a dirigere i miei passi in modo apparentemente casuale.  A posteriori questo 'caso' mi è poi apparso come una precisa strategia; ciò che sembrava negativo alla fine si è rivelato positivo. Da ogni esperienza negativa, ho tratto insegnamenti, guida, aiuto, conoscenza, doni, aperture, miracolose soluzioni. Eppure non tutti coloro che hanno esperienze negative hanno la stessa fortuna di riuscire a convertire il negativo in positivo.. Cos'era questa fortuna che ho avuto io (mi chiedevo qualche giorno fa)?  Pensa e ripensa mi sono reso sempre conto di avere sempre fatto qualcosa di simile a ciò che Scaligero raccomanda nel suo meraviglioso libro: ho sempre  creduto che ci fosse qualcosa di più grande al quale affidavo il problema. E l'ho fatto spontaneamente sin da quando ancora neanche sospettavo che esistesse qualcosa chiamato 'spiritualità'. Lo dico non tanto per incensarmi quanto per mostrare che questo qualcosa può ben essere un aspetto della nostra esistenza che non ha a che fare con religioni, tradizioni e intermediari. Anzi ho paura che gli intermediari possano invero ritardare o bloccare l'intervento di questo qualcosa. L'unico modo di permettere a questo qualcosa di intervenire è infatti quello di , come si sente ripetere spesso negli ambienti spirituali, togliersi di mezzo. Ora ci sono due modi in cui ci si può di togliere di mezzo: uno è certamente la disperazione, quello stato in cui non abbiamo davvero più alcuna strada mentale o alcuna soluzione precostituita che possa funzionare, e in cui bene o male ci arrendiamo in maniera totale e integrale (che è stata un po' sempre la mia 'fortuna').  Ma la resa per disperazione è qualcosa a cui siamo in qualche modo costretti dalla vita quindi è qualcosa che non è nelle nostre corde dato che l'ego ha questa antipatica abitudine a voler fare sempre di testa sua. Nel tempo si è fatta strada in me la sensazione che si potesse in qualche modo evocare questo qualcosa di più grande allenandosi a rinunciare e a lasciare a Dio il problema, a farlo come una pratica interiore. La più alta forma di pratica, secondo me. E quindi da un certo momento della mia vita in poi ho iniziato ad accorgermi che tutte le discipline che trovavo sensate erano proprio quelle che proponevano la resa, l'abbandono di pensieri ed emozioni, di ragioni e principi, a quel grande vuoto ma non vuoto dal quale escono le mille soluzioni. Le nominerei una per una, quelle strade che ho percorso in più di trent'anni di ricerca ma ciò varrebbe solo a nutrire e ingrassare nuovamente gli ego spirituali dei ricercatori che ancora credono che al 'prossimo libro' o al 'prossimo corso' troveranno la via. La via è davvero molto semplice sulla carta, ma il fatto che sia semplice non significa che sia facile. Rinunciare volontariamente all'identificazione con pensieri, emozioni, convinzioni e principi spirituali, fare il vuoto ed evocare quel pensiero assoluto di fede in qualcosa, che possiamo non capire, non vedere, possiamo non essere capaci a far coincidere con una forma ma che è il grande risolutore di ogni problema. Let go Let God, diceva Lester Levenson. Eppure ciò richiede un grandissimo allenamento, quotidiano, spietato e inarrestabile. Per ogni passo che farò verso quell'affidarmi infatti le forze dell'ego che non vuole morire si faranno più serrate, più accanite. Sorgeranno dubbi, paure, sensazioni di morire , di perdere tutto, di disintegrarsi, sorgeranno ostacoli e anche ahimè buoni consiglieri che con le loro parole mi impediranno di udire la voce del mio stesso Sè. Sorgeranno dubbi sulla mia effettiva dignità: sono io degno di ricevere l'aiuto di Dio, e del suo potere vivificante, risanante, guaritore? E ciascuno di questi dubbi e pensieri, ciascuna di queste correnti astrali andranno osservate, accolte e poi lasciate andare, fino ad arrivare quella sorgente del pensiero vivente nel quale  'io e il padre mio' diverremo una cosa sola, allora i miei pensieri saranno i suoi pensieri e ognuno di questi diverrà una potente soluzione a qualsiasi problema. Il solo motivo per cui ci si può non riuscire è perché non si è disposti ad abbandonare i propri pensieri, le proprie emozioni, le proprie convinzioni anche spirituali ed affidarle a quel vuoto. 

'Io sono l'IO'
'Io avanzo dal vuoto verso la luce.' 
'Io sono il respiro che nutre la vita.'
'Io sono quel nulla, quella vacuità che va oltre tutta la coscienza'
'L'Io, L'Id, Il tutto.'
'Io tiro il mio arco dell'arcobaleno attraverso le acque.'
'Il continuum della mente e della materia.'
'Io sono ciò che entra ed esce dal respiro'
'L'invisibile, l'intoccabile brezza'
'L'indefinibile atomo della creazione'
'Io sono L'IO''

(La preghiera dell'IO , Mornah Simeona)

Con Amore, Andrea.


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